Page 10 - Caorle Journal Maggio-Giugno 2024
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Come



           Eravamo                                          Saluti da Caorle, la storia della

                                                            cittadina attraverso le sue immagini



                                                                                                         di Giovanni Cagnassi



           All’inizio, le prime cartoline ritraevano il campanile già un po’ pendente, la chiesetta sul lungomare, il porticciolo con le barche dei pescatori.
           In chiaroscuro si intravedevano già la bellezza e l’armonia di una località destinata a mutare da pietra grezza a gioiello luminoso per il turismo
           veneto. Negli anni ‘50, erano queste le foto che comparivano sulle cartoline ancora in bianco e nero. Negli anni ’60, invece, la spiaggia prende il
           sopravvento e così i saluti da Caorle sono diventati più mondani e colorati, con le foto in grande della spiaggia e gli ombrelloni che si affermano
           quali protagonisti assoluti dagli anni ‘70 fino agli anni ‘80. Prima che le cartoline diventassero anacronistiche nell’era digitale, i “soggetti” irrinun-
           ciabili erano questi. L’obiettivo doveva esaltare soprattutto le origini di cittadina di pescatori, con le suggestioni inconfondibili dei pescherecci
           e le reti issate agli alberi maestri, le immagini di abbronzati e nerboruti pescatori sullo sfondo intenti ad armeggiare lungo il ponte. Caorle è
           ancora questo, a differenza di altri centri turistici della costa che hanno perso, con il trascorrere degli anni, il loro spirito originario. Riavvolgendo
           il nastro dei ricordi, Caorle, che oggi vanta quasi 5 milioni di presenze, non ha mai perso la sua identità di spiaggia popolare, affresco di colori
           vivaci che guardano il mare Adriatico. La sua forte spiritualità religiosa e la pesca restano i capisaldi della sua storia millenaria che ancora le prime
           cartoline ritraggono con forte impatto: dal campanile del Duomo al Santuario della Madonna dell’Angelo tanto cara a Papa Giovanni XXIII, che
           da Patriarca di Venezia vi si ritirava in preghiera, esse hanno conservato per decenni i simboli della cittadina pur con l’aggiunta irrinunciabile
           delle vedute di un litorale unico, paragonabile solo a quelli di Grado o Chioggia per il fascino antico e immutato.
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